"In un mondo pieno d'odio,dobbiamo avere ancora



il coraggio di sperare.In un mondo pieno di rabbia dobbiamo avere ancora il



coraggio di confortare. In un mondo pieno di disperazione dobbiamo avere ancora



il coraggio di sognare. In un mondo pieno di sfiducia dobbiamo avere ancora il



coraggio di credere..."


M.JACKSON




Questo blog è interamente dedicato ai talenti di tutto il mondo e di ogni campo



giovedì 2 febbraio 2012

...dalla musica allo sport!

Il pugilato celebra la Leggenda, Alì compie 70 anni

 La carriera di Muhammad Alì è stata un crescendo di successi e consensi, a partire dall’oro Olimpico (come Dilettante) conquistato ai Giochi di Roma nel 1960, dai titoli mondiali dei pesi massimi detenuti e difesi dal 1964 al 1967, dal 1974 al 1978. Fu eletto ‘Pugile dell’Anno’ dalla rivista americana ‘Ring Magazine’ nel 1963, dal 1972 al 1975 e nel 1978.
Dopo l’incontro con Sonny Liston, che lo consacrò per la prima volta campione del mondo dei pesi massimi nel 1964, Cassius Clay si convertì alla religione musulmana cambiando il suo nome in Muhammad Alì e aderì alla ‘Nation of Islam’. Difese per otto volte il titolo mondiale prima del ritiro della licenza da parte delle commissioni pugilistiche statunitensi per essersi rifiutato di andare a combattere in Vietnam. Celebre la sua battuta, “Non ho niente contro i Vietcong, loro non mi hanno mai chiamato negro”. Alì fu, infatti, in prima linea nella lotta per i diritti civili degli afro-americani. Dopo essersi ritirato nel 1981, dopo una carriera scintillante, gli fu diagnosticato il morbo di Parkinson nel 1984. La malattia non gli ha impedito di presenziare come tedoforo alle Olimpiadi di Atlanta nel 1996. In quell’occasione gli fu riconsegnata la medaglia d’oro conquistata a Roma nel 1960 perché l’originale fu gettata dallo stesso Alì in un fiume in segno di protesta dopo i ripetuti gesti di discriminazione razziale negli Stati Uniti.

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